Anche quest’anno Maria Pia Valentino, socia dell’Associazione Chef del Mediterraneo, ha preso parte a Identità Golose, il congresso internazionale dedicato alla cucina d’autore.
Maria Pia Valentino, socia dell’Associazione Chef del Mediterraneo, ha partecipato all’edizione 2025 di Identità Golose, uno degli appuntamenti più importanti della cucina d’autore. Un evento che ogni anno riunisce alcuni dei più grandi nomi della ristorazione italiana e internazionale, creando un’occasione unica di confronto, apprendimento e ispirazione.
Abbiamo avuto il piacere di raccogliere le impressioni di Maria Pia al suo ritorno da questa esperienza, che per lei rappresenta un appuntamento fondamentale nel suo percorso di crescita professionale. “È il secondo anno che partecipo e ogni volta torno arricchita, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da una visione più ampia sulla cucina. Identità Golose è un concentrato di idee, innovazione e tradizione che si mescolano per creare qualcosa di straordinario”, ci racconta.
Quest’anno ha avuto modo di ascoltare le testimonianze di grandi chef come Antonino Cannavacciuolo, che ha mostrato il valore della concretezza in cucina, e Massimo Bottura, che ha sottolineato l’importanza della famiglia e della tradizione, celebrando il traguardo dei 30 anni di attività dei suoi ristoranti. Tra le figure che l’hanno maggiormente colpita c’è stato anche Niko Romito, con la sua visione di cucina che non smette mai di innovarsi. Ma ciò che ha trovato particolarmente stimolante è stata l’attenzione dedicata alle nuove generazioni, al ruolo delle donne nella ristorazione e alle nuove frontiere gastronomiche, tra cui la cucina vegana e il riutilizzo creativo degli scarti alimentari. “L’idea di trasformare la pelle di pollo nel bun di un panino, oppure di rendere il siero di ricotta l’elemento principale di un piatto, mi ha fatto riflettere su quanto la cucina possa essere uno spazio di continua sperimentazione”, ci dice.
Ritornata nella sua amata Baita San Giovanni, a Motta Montecorvino, Maria Pia si sente ancora più motivata a portare avanti il suo lavoro, che combina la semplicità delle tradizioni contadine con un tocco di creatività. “La cucina è una libera interpretazione. Ogni piatto può raccontare una storia, evocare un ricordo o trasmettere un’emozione. Il bello di esperienze come Identità Golose è che ti aprono la mente e ti fanno vedere ingredienti e tecniche sotto una luce nuova”, conclude.
Chi vuole scoprire di più sul suo percorso e sui piatti che propone nel suo ristorante, può cliccare qui per visitare la sua pagina sul nostro sito. Nel frattempo, noi restiamo in attesa di vedere come trasformerà gli spunti raccolti in questa esperienza in nuove creazioni che sapranno stupire e conquistare.